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INTERNAUTILUS - Il Copione |
INTERNAUTILUS
ovvero
ULISSE E L'INIZIO DEL MONDO
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Navigazione in sette quadri
di
Adriano Vianello
PRIMO COMPARTIMENTO
Il pubblico (circa venti persone) attende in una zona circolare, davanti alla porta dello spazio teatrale, a cui si accede attraverso una scaletta.
Ad un certo punto si sente una profonda voce fuori campo che dice:
VOCE
"BUONASERA.
INTERNAUTILUS HA INIZIO.
UNO ALLA VOLTA, GLI SPETTATORI ENTRANO NEL TEATRO."
Parte una musica d'inizio.
Un servo di scena prende uno spettatore e lo fa salire sulla scaletta della porta d'entrata.
Una volta sopra, lo spettatore viene fatto attendere sulla porta, con lo sguardo rivolto all'interno del Primo Compartimento.
Un cameraman riprende la scena.
(Importante: questo cameraman sarà sempre presente e riprenderà tutte le fasi dello spettacolo).
Un'altra voce, nel tono con cui una volta si annunciavano i nobili alle feste, declama:
SECONDA VOCE
"Antonio Sarteani - Marinaio da venticinque anni - Esperto timoniere - Ha solcato tutti gli oceani."
Il servo di scena accompagna lo spettatore nel Primo Compartimento, sistemandolo all'interno di uno dei due corridoi laterali.
(Il Primo Compartimento consiste infatti in due corridoi laterali larghi circa mezzo metro nel quale alloggiare il pubblico, in piedi (dieci di qua e dieci di là) e, al centro, il modellino di un vascello largo circa un metro e mezzo e montato su un piedistallo alto poco meno d'un metro).
A quel punto il servo di scena prende il secondo spettatore e lo accompagna sulla sommità della scaletta d'entrata, in modo che sia visibile al primo spettatore.
Si sente ancora la seconda voce.
SECONDA VOCE
"Gaetano Biondi - Marinaio da quindici anni - Buon prodiere - Conosce bene il Mediterraneo e il Mar del Nord."
Il servo di scena accompagna il secondo spettatore al suo posto.
Poi accompagna il terzo spettatore sulla scaletta, in modo che sia visibile ai primi due spettatori.
Ancora la voce:
SECONDA VOCE
"Francesco Frentano - Marinaio da nove anni - Secondo Ufficiale di buone capacità - Ha navigato l'Africa."
Il terzo spettatore viene accompagnato al suo posto.
L'entrata e la presentazione dei componenti del pubblico continuano con le stesse identiche modalità fino all'ingresso dell'ultimo spettatore.
(Nota: i nomi sono inventati e non hanno alcun riferimento nè con l'età, nè con il sesso dello spettatore presentato).
La voce continuerà a presentare il pubblico dicendo cose del tipo:
SECONDA VOCE
"Maria Chiara Simoni - Marinaio da dodici anni - Nostromo di provate capacità."
"Gilberto Morosini - Marinaio da due mesi - Nessuna esperienza - Mozzo."
"Cristina Mangano - Medico di bordo."
"Adolfo Marchegiani - Marinaio a riposo - Navigava bene."
"Luisa Caleffi - Non sa nuotare..."
"Alessandro Marzi - Quattro anni di lavori forzati a bordo di una goletta..."
"Patrizia Ferrini - Cuoca - Sulle navi da tutta la vita..."
"Alessio Forzani - Basta guardarlo in faccia..."
"Caterina Bacchelli - Si è imbarcata di nascosto..."
E così via...
(Nota: naturalmente queste presentazioni, per ora, sono indicative...)
Alla fine, quando, in questo clima un po' serio un po' divertito, tutti gli spettatori saranno saliti "a bordo" del Primo Compartimento, si sentirà di nuovo la prima voce, quella che fungerà un po' da didascalia sonora dello spettacolo:
PRIMA VOCE
"ANCHE L'ULTIMO SPETTATORE E' ENTRATO NEL PRIMO COMPARTIMENTO."
Scende il buio.
Ancora la prima voce (ma la chiameremo solo VOCE):
VOCE
"HA LUOGO IL PRIMO MONOLOGO DI ULISSE.
DURATA APPROSSIMATIVA: CINQUE MINUTI."
Torna la luce.
Dal modellino del vascello è uscito per metà un uomo, imponente, barbuto: è Ulisse.
Questo Ulisse, suggestivamente illuminato, e costantemente ripreso dalla telecamera del cameraman, si rivolge agli spettatori, ora ad un gruppo, ora all'altro, con voce calda, convincente e allo stesso tempo rigorosa.
ULISSE
Compagni di un tempo che scompare
E poi riappare e poi scompare.
Ulisse è il mio nome, voi
Mi conoscete
(Io sono dentro ognuno di voi)
Nobili compagni d'avventura
Vedo volti tra voi
Che conosco e mi son cari
Altri, di cui conosco la doppiezza
Ed altri, che mai ho veduto prima...
Voi, che conosco
Esperti marinai,
Fidati amici,
Vecchi compagni e tardi...
Quanti viaggi abbiamo fatto insieme?
Di quanti oceani
Le onde abbiamo cavalcato?
Di quante terre lontane
Le rive abbiamo scorto e
Il porto abbiamo sceso?
Di quanti e quanti e quanti
sanguinari pirati,
e dolci sirene,
e maestose tempeste,
l'assalto respingemmo?
E quante volte poi l'aurora
(Dalle dita rosate)
Sorprese i nostri racconti
- racconti di marinai -
Raccontati sul ponte deserto
Per scaldare le nostre
Solitudini?
Esperti marinai,
Fidati amici,
Vecchi compagni e tardi...
Riuniti e separati mille volte
Qui, su questa nave
Noi ci rincontriamo ancora...
Gioia è la mia nel vedervi:
A voi il mio abbraccio vada, fraterno.
Voi, che non conosco
Con queste facce nuove,
Giovani, belle, spartane
Ancor tutte da scrivere...
Voi, figli dei figli del passato
Adesso qui, presenti, forti
Dritti come il noce è dritto
Pronti come gli atleti nello stadio
Ascoltatemi...
Quanti son tra voi i marinai?
Quanti son tra voi che san nuotare?
E quanti per la prima volta il mare vedono?
Il mare.
Non è un gioco da ragazzi
Essere qui.
Non è un gioco da ragazzi
Alzar le vele,
Dirigere il timone,
Continuamente specchiarsi
Nella verde acqua sotto di noi,
E laggiù,
Sempre lo stesso orizzonte vedere...
E' fatica, è paura, è privazione
Quello che vi aspetta.
Ma già leggo nei vostri occhi
Il desiderio che vi ha spinto
A rispondere alla mia chiamata
Non mi posso sbagliare
Quel desiderio io lo conosco bene
E'il desiderio
della navigazione...
E così
Anche a voi
Vada, o figli, il mio abbraccio
Di padre e di maestro.
E a voi, restanti viaggiatori
Che di doppiezza ho accusato
Mescolati con gli altri
Pronti a sorridere
Preparando il pugnale
Che ti ucciderà
E a farti profferte d'amicizia
Mentre ti vendono al peggior nemico
Voi
Male piante che sempre
Crescete nel parco
Dell'umanità...
Io non vi volevo, qui
No, non vi volevo.
Ma voi
Ci siete
Dappertutto ci siete
Io non vi saluto
Io so di dovervi sopportare
E combattere.
E questo basti per voi.
Ulisse fa una pausa.
Si sente la Voce:
VOCE
"ULISSE RACCOGLIE LE IDEE..."
ULISSE
Compagni di un tempo che scompare
E poi riappare e poi scompare.
Quanti volevano veramente partire?
E quanti non lo volevano affatto?
Chi spera nel ritorno?
Chi spera nella fuga?
Chi nell'addio?
Chi fugge i propri fantasmi,
Le proprie colpe,
I propri desideri?
E chi invece non fugge
Più nulla?
Io vi vedo tutti.
Vedo dentro l'occhio di ciascuno di voi.
Vedo il mare tempestoso delle vostre anime.
Il mare.
Ma adesso siete tutti qui giunti.
Qui, in questo legno
Che è la mia casa.
La casa di Odisseo,
Il navigante, l'intemerato,
Il saggio, il folle,
L'astuto.
Odisseo, che sono
Ciascuno di voi.
Compagni di un tempo che scompare
E poi riappare e poi scompare
Io vi ho chiamati qui.
Io adesso vi dico:
Serrate i cuori
Saldate i nervi.
Sta per cominciare un nuovo viaggio...
Non l'ultimo
Non il primo
Ma forse il più importante
Di questi anni sfelici
E terminali
Un viaggio in avanti
Un viaggio nudo
Un viaggio inevitabile
Un viaggio
Verso le colonne d'Ercole
Del nostro futuro.
Oggi è il trentuno dicembre dell'anno di grazia millenovecentonovantanove.
Salite
A bordo della mia nave.
Ulisse esce dalla sua navicella e scompare dietro il sipario di accesso al Secondo Scompartimento.
Scende il buio.
Torna la voce:
VOCE
"PRIMA CITAZIONE DALL'ODISSEA DI OMERO.
DURATA APPROSSIMATIVA: DUE MINUTI"
Una luce illumina la sommità della scaletta da cui sono precedentemente entrati gli spettatori: ora c'è una bambina, vestita alla greca, con una corona di bacche sul capo.
Dietro di lei compare una scritta luminosa:
ODISSEA, LIBRO QUINTO, VERSI 241-269
BAMBINA
"Quando gli ebbe mostrato dov'erano gli alberi alti,
lei tornò a casa, Calipso, la dea luminosa;
lui prese ad abbattere i tronchi; rapidamente gli veniva il lavoro.
Venti in tutto ne buttò giù, li sgrossò con il bronzo,
li levigò ad arte, li fece dritti a livella
e con chiodi e ramponi collegò bene la barca.
Poi, alzato il castello, ben connesso lo fece
con saldi puntelli: lo rifinì con assi lunghe, inchiodate.
E l'albero faceva, e l'antenna attaccata;
e fece anche il timone, per poterla guidare.
Teli allora portò Calipso, la dea luminosa,
per fare la vela: e lui fabbricò bene anche quella.
Tiranti e dritte e scotte vi legò finalmente
e con argani trasse nel mare divino la barca.
Il quarto giorno era e aveva tutto finito.
Al quinto lo fece partire dall'isola Calipso lucente,
dopo averlo lavato e vestito di vesti odorose.
E un vento mandò, propizio e piacevole.
Così, lieto del vento, finalmente distese le vele Odisseo luminoso."
Torna il buio, la bambina scompare.
Si ascolta di nuovo la voce:
VOCE
"LA BAMBINA CHE AVETE VISTO E' IN REGOLA CON TUTTE LE NORME SULL'UTILIZZO DEI MINORI IN UNA PUBBLICA RAPPRESENTAZIONE E VIENE OGNI SERA IN TEATRO ACCOMPAGNATA DA SUA MAMMA, LA SIGNORA LUISA."
Torna la luce: accanto alla bambina c'è una signora con un cappotto e una borsetta che sorride al pubblico e dice:
SIGNORA LUISA
"Buonasera...!"
Ritornano il buio e la voce.
VOCE
"E ADESSO, PRIMA DI ACCEDERE AL SECONDO COMPARTIMENTO...
UN SIMPATICO QUIZ!"
Torna la luce.
Di fronte al sipario, in piedi su un palchetto da imbonitore, c'è un nuovo personaggio, una specie di jolly dall'aria stralunata e affidabile allo stesso tempo...
Una specie di Ulisse al contrario: e infatti potremmo chiamarlo Essilù.
ESSILU'
"Perchè un quiz? Ma perchè:(Rapidissimamente) "Il presente è la chiave del passato e il passato è il nostro futuro." Lo ripeto, più piano...: (Lentamente) "Il presente è la chiave del passato e il passato è il nostro futuro." Chi l'ha detto?Eliot, Rilke, Kirkegaard, Marx, Hegel, Croce, Nietzsche, Jung, Freud, Voltaire, Montesquieu...??? Potrebbe averlo detto chiunque, vero? Il passato è uno sterminato magazzino di frasi che potrebbe aver detto chiunque. Ma non è così, marinaretti... Non è così; e noi siamo qui per mettere un po'di ordine. Quella frase l'ha detta Eliot, il grande poeta inglese della prima metà del nostro secolo. Ma tutte le altre? Voglio dire, voi, che volete andare nel futuro, che conoscenza avete del vostro passato?
Ve lo meritate, il futuro?
(Pausa)
E allora silenzio! Per andare nel futuro bisogna conoscere il passato, ed è per questo che ora facciamo un quiz sull'intera cultura occidentale!
Mollybloom!
(Silenzio)
Mollybloom, maledetto mozzo! (Sprezzante) Vieni e obbedisci ai miei comandi!!!
Entra il servo di scena, il cui nome evidentemente è quello della protagonista femminile dell'Ulisse di Joyce...
MOLLYBLOOM
"Eccomi, Signore... Il solito quiz?"
ESSILU'
"Taci quando non sei interrogato! (Al pubblico) Scusatelo: quest'essere vile faceva l'attore prima di imbarcarsi per disperazione su questa nave... E adesso fate attenzione! Chi risponderà esattamente alle domande disseminate in questo spettacolo potrà vincere un soggiorno per due persone sul secondo anello di Saturno, una materializzazione di mezza giornata nel tremilacinquecentoquindici o in alternativa un'edizione tascabile dell'Odissea con la traduzione in versi di Vincenzo Monti...
E allora: pronti? Via! Chi ha scritto le seguenti parole?
(Con una smorfia) Mollybloom, esibisciti..."
Mòllybloom sale su uno sgabello e, come quando da bambini a Natale si leggevano le poesie, declama:
MOLLYBLOOM
Da Sud il vento si levò propizio;
l'albatro ci seguiva
e ogni giorno per cibo o per diletto
al richiamo dei marinai veniva.
Con nebbia o nube, all'albero o alle vele
venne per nove sere;
le notti intere al bianco fumigare
scintillava il riverbero lunare.
Che Dio ti salvi, vecchio marinaio,
dai demoni che tanto ti tormentano!
Perchè guardi così? Perchè con la balestra
l'Albatro io uccisi...
ESSILU'
Grazie Mòllybloom... (Schernendola) Ora si capisce perchè ti sei imbarcato...
MOLLYBLOOM
(Tra i denti) Sì, ha parlato Lawrence Olivier...
ESSILU'
(Irata) Taci, stupido mozzo! (Di nuovo al pubblico) Ora, fate bene attenzione. Erano i versi di un famoso poeta inglese. Si trattava di George Byron, Samuel T. Coleridge o William Blake?
Mollybloom fa partire un piccolo segnatempo elettronico (Bip-Bip-Bip...)
Se qualcuno del pubblico risponde giusto (Coleridge), Essilù gli si avvicina e lo premia con una caramella (o altro).
Se la risposta è sbagliata si continua finchè qualcuno risponde giusto.
Se nessuno risponde, la risposta la dà Essilù, che premierà comunque qualcuno del pubblico come se fosse stato lui a dare la risposta.
(E'importante che l'attore che interpreta Essilù sappia tenere i tempi stretti, eventualmente improvvisando se la situazione lo richiede).
ESSILU'
(Premiando lo spettatore vincente) Il signore ha indovinato! La ballata del vecchio marinaio, di Samuel Taylor Coleridge... Tenga questo! (Gli dà la caramella) Passiamo a qualcosa di più difficile... Chi ha scritto le seguenti parole? (Sempre con una vena polemica) Mòllybloom, prego, stupiscici ancora..."
MOLLYBLOOM
Si, padrone...
(Si concentra, poi:)
D'allora m'immersi nel poema del mare
lattescente e infuso d'astri
divorando
verdi azzurri
ove rapito e livido flottare,
talvolta, discende un annegato pensando:
Dove, le azzurrità a un tratto nel rossore
del giorno tingendo,
ritmi lenti e deliri,
più forti dell'alcol,
più vaste delle lire
fermentano le vampe amare dell'amore
ESSILU'
Ammetto che non è facile. Fate bene attenzione. Si trattava di un altro grande poeta: Paul Eluard, Arthur Rimbaud o Walt Withman?
Per la risposta ("Rimbaud") si segue lo stesso meccanismo di prima.
ESSILU'
(Premiando lo spettatore vincente) "Il signore ha indovinato! E' una poesia tratta dal famoso Battello ebbro del grande poeta francese Arthur Rimbaud... Una caramella anche a lei... (Gli dà la caramella) Vedo che siamo preparati... Passiamo all'ultima domanda... Chi ha scritto queste parole?Coraggio, Mòllybloom...!"
MOLLYBLOOM
Il coraggio non mi manca, padrone...
(Si concentra, poi:)
Come il marinaio che prepara la vela
senza sapere se incontrerà il suo destino
in un ondata maligna, nella coltellata di un compagno
che ha bevuto troppo, o nelle braccia di un puttana
abituata alla compagnia di una notte...
Così tu, mio giovane amico, preparati
ad affrontare questa vita, che ad ogni istante
ti potrà esser dolce o ti si rivolterà contro,
ti farà carezze, o ti stordirà col pugno
Perchè è più facile tradire, o esser traditi
che rispettare, ed essere rispettati...
ESSILU'
Questa era veramente difficile, tant'è vero che voglio alzare la posta... (Mostra un cioccolatino) Questi versi erano di Jean De Leon, di William Shakespeare o di Moliere?
Per la risposta ("De Leon") si segue lo stesso meccanismo di prima.
ESSILU'
(Premiando lo spettatore vincente) Bravissimo! Erano proprio versi di Jean De Leon, il grande drammaturgo francese del `700, tratti dal suo celebre Viaggio all'isola degli inganni. (Gli consegna la caramella) Adesso esci, Mollybloom... In fondo non te la sei cavata male...
MOLLYBLOOM
(Uscendo) Sempre ai vostri ordini, signore...
ESSILU'
Grazie, signori... Si chiude qui la prima manche del nostro gioco. Non perdetevi la prossima. Adieu...
Essilù esce.
Scende il buio.
VOCE
"FINE DEL PRIMO QUADRO.
IL PUBBLICO PUO'ACCEDERE AL SECONDO COMPARTIMENTO."
Torna la luce, concentrata sul sipario di accesso al Secondo Compartimento: il sipario si apre e il pubblico sfila, ciascuno lungo la sua ala, nel Secondo Compartimento.
SECONDO COMPARTIMENTO
Il pubblico, accompagnato da una musica, accede nel Secondo Compartimento.
Qui, come nel primo, si dispone lungo due balaustre sui due lati più lunghi.
Al centro dello spazio c'è un praticabile con sopra montato un rotondo timone da nave.
Ulisse è in attesa dietro il timone.
Sotto di lui, il cameraman lo sta riprendendo.
Scende il buio.
VOCE
"HA LUOGO IL SECONDO MONOLOGO DI ULISSE.
DURATA APPROSSIMATIVA: CINQUE MINUTI."
Torna la luce.
ULISSE
E' il trentuno dicembre dell'anno di grazia millenovecentonovantanove
Il nostro viaggio è iniziato
Il vascello è uscito dal porto
La riva è ormai scomparsa dietro di noi
Siamo nel mare aperto
Dove le onde fendono la prua
e le vele gonfiate dal vento
Spingono la nave verso il lontano
orizzonte
O estrema felicità del navigare!
Godete del movimento senza soste,
Del rumore incessante dell'acqua,
Dei colori del cielo che muta in continuazione,
Godete
Di quella sensazione unica
Che usano chiamare
Libertà...
VOCE
"ULISSE SPIEGA IL VERO SENSO DEL VIAGGIO"
ULISSE
Eppure, c'è una cosa che vi devo dire...
A dispetto delle apparenze
Il viaggio, il viaggio vero
Non è sopra questa barca...
UNA DONNA TRA IL PUBBLICO
Ah no...? E allora dov'è...?
ULISSE (Avvicinandosi al cameraman)
Qui, dentro questo istrumento...
DONNA
Questo istrumento? Ma è una telecamera! Che vai dicendo, Ulisse...? Noi non ti capiamo..
ULISSE
Ho detto ciò che ho detto.
Questo istrumento è il vostro viaggio.
DONNA
Parli parole misteriose, Ulisse... Chiarisci, se puoi, il tuo pensiero...
ULISSE
Nobili amici...
Quest'uomo registra
Ciò che vede:
Me, voi, la scena,
Il buio, le luci,
I silenzi, i rumori...
DONNA
Vieni al dunque, Ulisse...
ULISSE
Pensateci bene...
Chi vedrà le immagini
Riprese da quest'uomo?
DONNA
Nessuno, o Ulisse... Figurati se quella non è una telecamera finta...
ULISSE
Pensate all'inganno, fratelli?
Certo, Ulisse, è maestro d'inganni
Questo lo sapevate da prima...
Ma fermatevi a ragionare
Come il buon Socrate alle porte
Di Atene...
La sua telecamera non è finta
Le immagini vere, reali, che riprende
Iniziano, loro sì, un lungo viaggio!
Rapide come Mercurio
Messaggero di luce
Passano attraverso milioni
Di cavi sotterranei
Per conquistare ogni più nascosto
Recesso del pianeta
Scendono, s'inabissano,
Giù giù fino al rosso Inferno
Che troneggia proprio al centro
Del globo terrestre...
E salutano i demoni e i dannati
Ed ecco Orfeo...
Ed ecco Euridice...
E Caronte, e Cerbero e Ugolino
E Paolo e Francesca e `l maestro Virgilio...
DONNA
(Preoccupata) Ulisse, vieni al dunque! Non disperderti, ti prego, in inutili particolari pseudo-poetici... In sostanza, non dire cazzate...
ULISSE
Ah, ah, ah, ah, ah, ah, ah...
Va bene.
Insomma, queste immagini
Dopo un lungo, istantaneo viaggio
Nel sottosuolo
Eccole riapparire, come per incanto,
Sugli schermi
Dei milioni di personal computer
Disseminati nelle case di tutto il mondo...
(Pausa)
E questo non me lo chiamate viaggio???
DONNA
Beh, sì... Effettivamente come viaggio non è male...
La donna esce.
Ulisse torna al timone.
ULISSE
Capite?
E'dentro di voi
Che il viaggio si compie!
Voi siete qui
Ma siete anche lì
Voi ci siete
Ma non ci siete
Mancano pochi minuti alla mezzanotte...!
Il nuovo mille ci attende...!
Capitano, mio capitano...
Portaci di là dalla riva...
Mancano pochi minuti alla mezzanotte...!
Navighiamo con le vele spiegate
In questo mare invisibile!
Solchiamo quest'oceano
Popolato di ombre
E di fantasmi...!
Nulla si muove
E tutto si muove...
Niente accade
E tutto accade...
Chiudete, chiudete gli occhi
Lasciate che il viaggio si compia
Dentro di voi...
O nuova impossibile sfida di Ulisse!
Restare nel presente
E muovere i primi, timidi
Passi nel tempo che verrà...
E ribellarsi così una volta ancora
Al volere degli dèi...!
(Ditemi: verrò nuovamente punito
Per questo?)
Mancano pochi minuti alla mezzanotte...!
Il nuovo mille sta per cominciare...
Capitano, mio capitano...
Portaci di là dalla riva...
Di là...
Nel futuro.
Un grande schermo (o un grande televisore) posto sulla parete di accesso al Terzo Compartimento si illumina.
Compare, accompagnata da una musica travolgente, l'immagine (animata in computer grafica) di un delfino che viaggia sott'acqua.
E'la nostra guida in questo momento della navigazione.
(Oppure avremo, se possibile, un'altro viaggio animato, sempre in computer grafica).
VOCE
"HA LUOGO UNA BREVE NAVIGAZIONE TRA GLI INFINITI FUTURI POSSIBILI"
Seguiamo per alcuni secondi il delfino nella sua suggestiva navigazione sommersa.
Poi sullo schermo si sussegue un montaggio di interviste, giunte attraverso internet, provenienti da tutte le parti del mondo in cui ognuno (un nero, un bianco, un giallo ecc.) da la propria breve interpretazione del futuro: nel futuro ci estingueremo come si sono estinti i dinosauri, nel futuro troveremo la pace e l'armonia, nel futuro saremo distrutti dagli extra-terrestri, nel futuro saremo lobotomizzati dalla tecnologia, ecc...
Ecco alcuni esempi di intervista:
UOMO DI COLORE
"Mi chiamo John Campbell e vivo a Città del Capo, in Sud Africa. Per me il futuro sarà la mescolanza di tutte le razze, la confusione totale dei linguaggi, la nascita di un uomo nuovo senza pregiudizi e senza riserve mentali. Fino ad allora scorrerà molto sangue e molti fratelli ancora soffriranno nel loro cuore. Ma io sono fiducioso, nel futuro. (Pausa) Ciao mamma..."
RAGAZZA ORIENTALE
"Mi chiamo Li Peng e sono di Pechino. Per me il futuro sarà la fine del mondo. L'uomo si estinguerà come si sono estinti i dinosauri e migliaia e migliaia di altre specie viventi. Non so se sarà per colpa sua o per cause naturali, ma non credo che ce la faremo a reggere per più di quattro o cinque secoli ancora. Nel frattempo cerchiamo di fare il nostro dovere: vivere. (Pausa) Ciao mamma..."
VECCHIO DEL NORD
"Mi chiamo Peter Vatainen e sono di Helsinki. Per me nel futuro ci sarà l'invasione degli extraterrestri. Se saranno buoni ci insegneranno finalmente a vivere in pace e armonia. Se saranno cattivi, come credo, ci ridurranno in giusta schiavitù. Nel frattempo, mi occupo di far crescere sani i miei nipotini. (Pausa) Un saluto alla cara mamma che non c'è più..."
E via continuando...
Al termine di questo montaggio di dichiarazioni scende il buio.
VOCE
"ED ORA, PRIMA DI ACCEDERE AL TERZO COMPARTIMENTO... HA LUOGO LA SECONDA PARTE DEL QUIZ...
Torna la luce.
Ulisse è scomparso: al suo posto, dietro il timone, c'è Essilù.
ESSILU'
"Ah, ah, ah, ah, ah, ah...E per voi, marinaretti? Che cos'è, il futuro? Sentiamo un po'... Lei, signore, con quest'aria così critica... Ci ha pensato mai, al futuro? Dica, dica... E'su internet, sa...? Non sa rispondere eh? E allora basta col futuro... Torniamo al nostro passato... Ricordate Eliot? IL PRESENTE E'LA CHIAVE DEL PASSATO, E IL PASSATO E'IL NOSTRO FUTURO... Torniamo al nostro quiz sulla cultura occidentale...
Ricordo che il vincitore finale avrà diritto a una notte con Fantabarbie la porno-replicante, a centomila litri di super-carburante spaziale, o in alternativa ad un edizione tascabile dell'Odissea di Omero con la traduzione in versi di Vincenzo Monti... Mollybloom? Mollybloom!!! Mozzo della malora, quando servi non ci sei mai..."
Mollybloom entra e si mette al timone, mentre Essilù scende per giocare col pubblico.
MOLLYBLOOM
Eccomi, signore...
ESSILU'
Non ti distrarre, impegnati... Chi ha scritto questa meravigliosa poesia...?
MOLLYBLOOM
E'tramontata la luna
insieme alle Pleiadi
La notte è al suo mezzo
Il tempo passa
Io dormo sola...
ESSILU'
"Erano versi di Virginia Woolf , di Saffo o Emily Dickinson?" (R.: SAFFO)
Al vincitore di questo e dei successivi quesiti Essilù da in premio la solita caramella (o altro).
ESSILU'
Ed ora una citazione cristiana...
MOLLYBLOOM
Beati i costruttori di pace
perchè saranno chiamati figli di Dio
ESSILU'
"Sant'Agostino, Gesù o Formigoni?" (R.: GESU', nel Vangelo secondo Matteo)
Ed ora una citazione molto, molto teatrale...
MOLLYBLOOM
La vita è come una favola raccontata da un idiota, piena di rumore e furore,e che non significa assolutamente nulla...
ESSILU'
"Qui dovete indovinarlo da soli, è troppo facile..." (R.: SHAKESPEARE)
E'il momento di una citazione americana...
MOLLYBLOOM
"La cosa più bella di Tokio? Il Mac Donald. La cosa più bella di Stoccolma? Il Mac Donald. La cosa più bella di Firenze? Il Mac Donald. A Mosca e a Pechino non c'è ancora niente di bello."
ESSILU'
"L'ha detto il signor Mac Donald, oppure Andy Warhol, oppure l'ex-presidente Reagan?" (R.: WARHOL)
Ed ora una citazione durissima...
MOLLYBLOOM
Io so i nomi dei responsabili delle stragi che hanno insanguinato l'Italia. Lo so. Ma non li posso dire. Perchè non ho le prove, non ho gli indizi. Sono soltanto un intellettuale.
ESSILU'
Pasolini, Sciascia o Norberto Bobbio? (R.: PASOLINI) E infine...
MOLLYBLOOM
Sotto questo cielo
Tutto gli uomini hanno inventato
Ora, non resta che inventare l'uomo.
ESSILU'
"Calderon de la Barca, Samuel Beckett o Jean De Leon?" (R.: JEAN DE LEON)
ESSILU'
"Era proprio Jean De Leon, il famoso drammaturgo francese del `700, autore de Il ritorno all'isola degli inganni... Grazie Mollybloom, adesso vattene... Grazie pubblico... Ci vediamo alla prossima...
Essilù e Mollybloom escono.
Al timone compare la bambina.
VOCE
"SECONDA CITAZIONE DALL'ODISSEA DI OMERO.
DURATA APPROSSIMATIVA: DUE MINUTI."
ODISSEA, LIBRO QUINTO, VERSI 270-290
"Così col timone drizzava il cammino sapientemente,
seduto: mai sonno sugli occhi cadeva,
fissi alle Pleiadi, fissi a Boote che tardi tramonta,
e all'Orsa, che chiamano pure col nome di carro.
Per diciassette giorni navigò traversando l'abisso,
al diciottesimo apparvero i monti ombrosi
della terra feacia: era già vicinissima,
sembrava come uno scudo, là nel mare nebbioso.
Ma allora il potente Enosictono,
di lontano lo scorse, di sopra i monti: di là lo vide
che navigava pel mare, e s'infuriò orrendamente;
scuotendo la testa, disse al suo cuore:
`Ecco là, certo i numi han cambiato pensiero per Odisseo,
Già s'avvicina alla terra, dove gli è fato
sfuggire al termine grande di pianto che lo minaccia:
ma voglio spingerlo ancora a saziarsi di mali.'"
La bambina, trascinata via dalla mamma, esce di scena.
Scende il buio.
VOCE
"FINE DEL SECONDO QUADRO.
IL PUBBLICO PUO'ACCEDERE AL TERZO COMPARTIMENTO."
Torna la luce, concentrata sul sipario di accesso al Terzo Compartimento: il sipario si apre e il pubblico sfila, ciascuno lungo la sua ala, nel Terzo Compartimento.
TERZO COMPARTIMENTO
Il pubblico, accompagnato da una musica, accede al Terzo Compartimento.
Qui, sui quattro lati sono disposte delle semplici panche di legno.
Gli spettatori si siedono.
Al centro,appoggiato con la schiena all'albero della nave (che sorge nel mezzo dello spazio scenico), seduto a gambe incrociate, come un Budda, c'è Ulisse.
Tiene in mano una lucerna.
VOCE
"ULISSE ANNUNCIA UN ACCADIMENTO MOLTO GRAVE.
DURATA APPROSSIMATIVA: DUE MINUTI."
ULISSE
"Massima disponibilità
Massima apertura mentale
Massima disposizione all'ascolto del mondo
Il vento gonfia le vele
Il mare scivola via veloce sotto lo scafo
Il cielo è luminoso
Il timone tiene agevolmente la rotta
Nulla sembra turbare la nostra navigazione
Il viaggio è cominciato nel migliore dei modi.
Eppure
Un'ombra minacciosa
Si addensa sotto il cielo
Delle nostre speranze.
Compagni marinai,
Ascoltate le mie parole
Dall'esperienza dettate:
In ogni impresa veramente grande
Sempre arriva il momento
In cui si ha l'impressione
Di non poter continuare.
Lo scoramento ti assale
La fredda sensazione
Di non farcela
Di non essere all'altezza
O gli ostacoli che improvvisamente
Sembrano diventare insuperabili.
Sei rimasto solo con te stesso.
E' questo il momento amaro
Della sconfitta.
Ecco, guardate cos'è successo...
Il vento è calato,
Le vele sono cadute,
Ferma è la nave
In mezzo al fermo mare
Bianco come una lastra d'acciaio
Silenzioso come un fanciullo addormentato
Bugiardo come un giocatore di carte
E'la bonaccia, compagni marinai!
La bonaccia nemica degli eroi
Che inchioda la nave
Al centro dell'oceano
Come un toro ferito a morte
Al centro dell'arena
E'la bonaccia
Che trasforma il sogno del viaggio
Nell'incubo di un attesa vuota
E senza fine
Compagni marinai
Questa mortale immobilità
(Lo vedete da voi)
Suona come un sottile presagio
Del nostro amaro destino...
E tutti i nostri progetti?
E l'arrivo trionfale
nel misterioso futuro?
Saremo condannati a restare qui,
Nel passato, in eterno?
So di bonacce durate
Giorni, settimane, mesi...
Di interi equipaggi morti per fame
Per sete, per paura...
Compagni marinai,
Dobbiamo dunque dire che
la navigazione è finita? Che
Ulisse ha fallito? Che
Più non rivedrà la sua Penelope?
Dobbiamo dire questo?
Cosa ci distoglie dal nostro obiettivo?
Quale maleficio ha fatto cadere il vento?
Quale colpa abbiamo commesso?
Rispondetemi. (Pausa) Rispondetemi!"
Scende il buio.
VOCE
"ORA ULISSE INTERROGA I MARINAI."
ULISSE
"Tu, marinaio? Cosa dici?"
Ulisse indica uno spettatore (meglio se lo chiama per nome, col nome fittizio che gli è stato dato all'inizio dello spettacolo).
Mollybloom lo illumina con una torcia elettrica.
Sentiamo una serie di voci fuori campo per ciascuna delle quali Mollybloom illumina ogni volta uno spettatore diverso.
VOCE MARINAIO 1
"E' Dio che ci punisce perchè abbiamo voluto oltrepassare i confini che sono dati all'uomo. Dobbiamo pregare e pregare e pregare se vogliamo sperare che Dio ci perdoni e che il vento ritorni..."
VOCE MARINAIO 2
"Dio non esiste. Ci siamo fermati perchè non abbiamo avuto abbastanza fiducia nelle nostre possibilità. Dobbiamo escogitare un sistema scientifico per far ripartire la nave..."
VOCE MARINAIO 3
"Il vento è caduto perchè il nostro viaggio è inutile. Non riusciremo mai a fermare la cattiveria del mondo: ogni giorno scoppia una nuova guerra, ogni giorno nasce un nuovo assassino..."
VOCE MARINAIO 4
"Sì...! Finchè ci saranno un uomini capaci di uccidere altri uomini, il Bene sarà destinato a soccombere. Meglio allora aiutare gli altri nel piccolo, che tentare grandi imprese senza significato... E allora quando si alzerà di nuovo il vento, compagni marinai: torniamo indietro!"
MARINAIO 5
"Parli bene, marinaio... Sì, torniamo indietro! Maledetta la volta in cui ho deciso di seguire Ulisse... Laggiù ho lasciato la casa, la moglie, i figli, il lavoro, una vita tranquilla... E per che cosa? Per venire a morire in mezzo al mare...!"
MARINAIO 6
"Le tue parole mi suscitano grande nostalgia, marinaio... Laggiù ancora la gente vive vite normali, senza pensare al futuro che dà angoscia... Quanto vorrei essere ancora nel mio giardino... Perchè, Ulisse, non abbiamo voluto essere anche noi come gli altri? Quale follia ci ha preso? Presto, torniamo a casa...!"
MARINAIO 4
"A casa, a casa...! Che ci importa del futuro...?"
MARINAIO 3
"Ma a casa saremo giustamente derisi per il fallimento della nostra impresa..."
MARINAIO 4
"Meglio derisi che morti! Meglio condurre una vita ingloriosa che non condurla affatto...!"
MARINAIO 8
"Tutta colpa di Ulisse..."
MARINAIO 6
"Sì, tutta colpa di Ulisse..."
MARINAIO 9
"Pazzi! Cosa dite? Vi arrendete per così poco...? Dobbiamo continuare a lottare... Gettiamoci piuttosto in mare e nuotiamo... Troveremo una terra prima o poi..."
MARINAIO 8
"La bonaccia ti ha consumato il cervello, marinaio... Così andremmo incontro a morte sicura..."
MARINAIO 10
"Stiamo calmi... Cerchiamo di ragionare... Utilizziamo piuttosto questo tempo per organizzarci, quando tornerà il vento, in vista del nostro arrivo nel futuro..."
MARINAIO 5
"Non ci arriveremo mai, nel futuro... Non l'hai ancora capito? Moriremo tutti qui, su questa maledetta nave...!!!"
MARINAIO 8
"Tutta colpa di Ulisse..."
MARINAIO 7
"Sì, Ulisse deve pagare per questo... Gettiamolo in mare..."
MARINAI 4, 5, 6, 8
"Sì... Gettiamolo in mare..."
MARINAIO 10
"State impazzendo... Io difenderò il mio capitano..."
MARINAIO 9
"Anch'io..."
MARINAIO 1
"Dobbiamo pregare... Dobbiamo pregare..."
MARINAIO 2
"E'nostro dovere sforzarci di trovare una soluzione scientifica..."
Parlano insieme per alcuni secondi, poi tacciono tutti.
MARINAIO 3
"Mi sento solo... Ho paura...!"
Buio.
Di nuovo la voce.
VOCE
"DI FRONTE ALLO SBANDAMENTO DEI MARINAI, ULISSE RIPRENDE LA PAROLA."
Ulisse si alza in piedi e si appoggia all'albero della nave.
ULISSE
"Come immaginavo
C'era tra voi chi
Nel momento della difficoltà
Avrebbe mostrato il suo vero volto
Di nemico nascosto nell'amico
Creando con parole melliflue
E insidiose argomentazioni
Il disordine
E la sfiducia
Nel loro capitano
No, non è facile essere forti
Non è facile essere leali
Non è facile essere
Uomini
Dobbiamo rassegnarci
(Questo è certo)
A portare con noi nel futuro
Il buono e il cattivo...
Ma ora ecco io vi dico
la verità
su questa bonaccia
che divide gli animi
e fa temere per i corpi
La verità su chi
Di lontano
Proietta nei cuori
L'ombra pesante
Di questi pensieri
Negativi
Compagni marinai
Sappiate che
A poche miglia di qua
Invisibile
Irraggiungibile
Sorge un `isola
Non come le altre
E' un isola di inganni
E' un isola di tradimenti
E' l'isola
Delle Sirene."
Ulisse risiede con la schiena appoggiata all'albero.
Entra la Bambina e gli si avvicina.
VOCE
"LA BAMBINA ENTRA E LEGA ULISSE ALL'ALBERO DELLA NAVE PERCHE'POSSA SENTIRE IL CANTO DELLE SIRENE SENZA ESSERNE AMMALIATO.
TERZA CITAZIONE DALL'ODISSEA DI OMERO.
DURATA APPROSSIMATIVA: DUE MINUTI."
Mentre inizia a parlare, la Bambina si avvicina a Ulisse e lo lega all'albero.
Dietro di loro compare una scritta luminosa:
ODISSEA, LIBRO DODICESIMO, VERSI 154-169
BAMBINA
"O cari, non devon conoscere uno o due soli
i fati che a me svelò Circe, la dea luminosa:
ma li dirò ché possiamo o morire sapendolo,
o scampare, evitando la morte e le Chere.
Delle Sirene dal canto divino per prima cosa ordinava
che fuggissimo e voce e prato fiorito.
A me solo ordinava d'udire quel canto; ma voi con legami
strettissimi dovete legarmi perchè io resti fermo,
in piedi sulla scarpa dell'albero: a questo le corde m'attacchino.
E se vi pregassi, se v'ordinassi di sciogliermi,
voi con nodi più numerosi stringetemi!
Così, le cose a una a una dicendo ai compagni, parlavo.
Intanto rapidamente giunse la nave ben fatta
all'isola delle Sirene, chè la spingeva buon vento.
Ed ecco a un tratto il vento cessò; addormento l'onde un Dio;
e bonaccia fu, senza fiati..."
Mentre la bambina sta così parlando, i servi di scena lentamente scoprono i drappi che coprivano le pareti e possiamo così vedere che si tratta di pareti di specchi.
Ora il pubblico è circondato da tutte le parti (anche sopra e sotto) da specchi; l'immagine degli spettatori viene quindi riflessa milioni e milioni di volte in tutte le direzioni: dev'essere uno spettacolo che dà vertigine.
La luce si abbassa.
Un danzatore (o una danzatrice) inizia a danzare intorno a Ulisse, creando, con delle luci (torce, fiaccole, fiammelle ecc.) un gioco luminoso replicato all'infinito dagli specchi.
Ad un certo punto scende completamente il buio e lo spazio è invaso soltanto da miriadi di punti luminosi.
Verso la fine di questa danza, nel momento più buio si ode la voce di Ulisse.
VOCE
"Resistete alle Sirene
Guardate dentro di voi
Guardate agli infiniti dentro di voi
Trovate dentro di voi la forza
Liberate le potenzialità inespresse
Della vostra mente
Dicono che utilizziamo solo
Una piccola parte del nostro cervello
E allora
Lasciate danzare le luci nel vostro corpo
Lasciate danzare le vostre idee
Lasciate danzare fino alla fine
Gli infiniti voi stessi
Dentro di voi..."
Scende il buio.
VOCE
"ED ORA, PRIMA DI ACCEDERE AL QUARTO COMPARTIMENTO... ANCORA UNA DOMANDA DEL NOSTRO QUIZ..."
Quando torna la luce, al posto di Ulisse c'è Essilù.
ESSILU'
"Marinaretti...? Questa volta mi limiterò ad una domanda sola, molto facile, e assolutamente in tema con il discorso degli specchi. Vi ricordo che il gioco continua e chi vincerà avrà la possibilità di vincere un tour archeologico tra la rovine dell'antica New York, un viaggio della speranza a Nuova Lourdes, oppure l'edizione tascabile dell'Odissea di Omero nella traduzione di Vincenzo Monti... Mollybloom, maledetto mozzo, datti da fare...!"
Mollybloom entra.
MOLLYBLOOM
L'universo (che altri chiama la biblioteca) si compone d'un numero indefinito, e forse infinito, di gallerie esagonali, con vasti pozzi di ventilazione nel mezzo, bordati di basse ringhiere. Nel corridoio è uno specchio che fedelmente duplica le apparenze. Gli uomini sogliono inferire da questo specchio che la biblioteca non è infinita (se realmente fosse tale perchè questa duplicazione illusoria?): io preferisco sognare che queste superficii argentate figurino e promettano l'infinito...
La biblioteca è illimitata e periodica. Se un eterno viaggiatore la attraversasse in una direzione qualsiasi, constaterebbe alla fine dei secoli che gli stessi volumi si ripetono nello stesso disordine, che ripetuto sarebbe un ordine: l'Ordine.
Questa elegante speranza rallegra la mia solitudine.
ESSILU'
"Facilissimo! Chi era?" (R.: BORGES, La biblioteca di babele)
Essilù premia uno degli spettatori con un biglietto della lotteria.
ESSILU'
"Che la fortuna sia con te... Poi dividiamo, naturalmente... Ci vediamo dopo..."
Essilù da' appuntamento alla prossima manche, quindi la voce annuncia al pubblico che può entrare nel Quarto Compartimento.
VOCE
"FINE DEL TERZO QUADRO.
IL PUBBLICO PUO'ACCEDERE AL QUARTO COMPARTIMENTO."
Il pubblico entra nel quarto compartimento.
QUARTO COMPARTIMENTO
Nel Quarto Compartimento è ricostruito un piccolo teatrino, con venti posti a sedere, e col palco che si apre in una porta laterale del corridoio (la porta che immette all'interno del Teatro Vascello).
Il pubblico prende posto.
VOCE
"ULISSE ANNUNCIA LA RIPRESA DEL VIAGGIO.
DURATA APPROSSIMATIVA: DUE MINUTI
A destra del sipario chiuso su una pedana, compare Ulisse, con una maschera sul volto.
ULISSE (Con gioia, togliendosi la maschera)
Ecco
La bonaccia è finita
Ecco
Il vento è ripreso
Ecco
La navigazione continua...
Attraversiamo mari sempre più lontani
Il viaggio ci arricchisce
Di nozioni, di esperienze, di stimoli
La fiducia è ritrovata
L'armonia e tornata
Adesso tutti vogliamo
Raggiungere la nostra meta.
Capitano, mio capitano
E'il trentuno dicembre dell'anno di grazia millenovecentonovantanove
Mancano pochi minuti alla mezzanotte
Da molti giorni ormai navighiamo
E in lontananza continuiamo a scorgere
Isole lontane...
Oh, ne vedemmo, di isole...
L'isola che c'è
E quella che non c'è
L'isola del Tesoro
E quella di Crusoé,
L'isola dei Matti
E quella dei Pirati
L'isola dei Saggi
E quella dei Dannati
L'isola delle Congiure Internazionali
E l'isola degli Esperimenti Nucleari
L'isola della Scienza e della Tecnica
E l'isola della Cieca Fede in ogni Dio
L'isola dove si manovrano gli Eserciti
E l'isola
(La più importante isola)
Dove si combattono
Le Grandi Battaglie
Dell'Amore...
Di tutte queste isole
Ed altre ancora
Noi costeggiammo la riva
Senza mai ancorare la barca
Senza mai piantare le tende
Sfuggendo al dolce richiamo
Del riposo
Sempre passammo oltre
Verso la terra
Ferma
Che nessuno
Conosce.
Ma ecco ora vi invito
A riprendere i vostri canocchiali!
Vedo laggiù una nuova isola
Io lo so cos'è
E' l'isola che più mi è cara
Lì si rappresenta quanto stiamo
Per raggiungere...
La fine del tempo
L'inizio del tempo
Il punto esatto del passaggio:
Il Capodanno del Duemila...
Perchè soltanto questa cosa
Strana
Che chiamano teatro
(Vecchia parola,
Anche ai miei tempi c'era!)
Essa sola ha il potere di
Ricostruire un mondo
Nel mondo
Un mondo che compare
E poi scompare
E poi riappare...
Compagni del mio lungo viaggio
Guardate laggiù
L'Isola del Teatro.
Mollybloom distribuisce agli spettatori un foglio con scritto il titolo, l'autore, gli attori e la regia del micro-spettacolo teatrale che stanno per vedere.
Dopodichè scende il buio.
Si sente la Voce.
VOCE
"HA LUOGO UN MICRO-SPETTACOLO SUL CAPODANNO DEL DUEMILA.
DURATA APPROSSIMATIVA: TRE MINUTI."
Il sipario del teatrino si apre e dietro ha luogo il:
MICRO-SPETTACOLO
SUL CAPODANNO DEL DUEMILA
(E'questo uno dei segmenti aperti dello spettacolo: infatti il micro-spettacolo cambierà ogni sera, ogni sera con autore, attori e regista diversi, ma sempre della durata di tre minuti circa).
Al termine dello spettacolo il sipario si chiude e riappare, sulla pedana a sinistra, Ulisse.
ULISSE
Ed ecco un'altra isola appare
Poche parole bastano
A definirla
Essa è come uno specchio
Sappiate che
La verità è riflessa in tutti gli uomini della terra
Ognuno di loro ne rimanda l'immagine
Così che
Milioni di infinite interpretazioni del mondo
Costituiscono
Quella che chiamiamo
Verità
Ascoltiamo una di queste interpretazioni
Vorticosa scheggia
Tra schegge vorticose
Ascoltiamola
Laggiù
Nell'Isola della Realtà...
Mollybloom distribuisce agli spettatori un foglio col nome del personaggio che sta per parlare e il titolo del discorso che sta per fare.
Dopodichè scende il buio.
Si sente la Voce.
VOCE
"HA LUOGO UNA MICRO-CONFERENZA SUL FUTURO.
DURATA APPROSSIMATIVA: TRE MINUTI."
Il sipario del teatrino si apre e dietro compare un personaggio (professore, politico, cantante, ecc.) pronto a tenere una:
MICRO-CONFERENZA SUL FUTURO
(E' questo un altro segmento aperto dello spettacolo: qui ogni personaggio, che cambierà ogni sera, dovà tenere una breve lezione sul concetto di futuro, o di realtà, o di verità, ecc.)
Al termine della micro-conferenza, sulla pedana a sinistra dove prima c'era Ulisse, ora compare Essilù.
ESSILU'
"Vedo anch'io... Un isola... Laggiù! Ma è proprio un'isola? Si direbbe piuttosto una barca galleggiante... Anzi, un vero e proprio casinò sull'acqua... Sì, la gente vi è accorsa d'ogni dove, ognuno si accalca pur di fare la propria puntata al tavolo verde, tutti vogliono giocare d'azzardo: a Poker e a Black-Jack, alla Roulette e alla Roulette russa; non si contano poi le scommesse: sui cani, e sui galli; sui cavalli, e gli scorpioni; e c'è chi scommette perfino sulla propria anima... Sbarchiamo, marinaretti, su quell'isola; lasciamoci trascinare dell'euforia del gioco; scendiamo compatti a far visita al migliore dei Paradisi Artificiali...
Scendiamo... All'Isola... Dei Giochi..."
Essilù si porta di fronte al sipario.
Scende il buio.
Si sente la Voce.
VOCE
"HA LUOGO LA QUARTA PARTE DEL GIOCO."
Il sipario si riapre.
Dentro la scena c'è Essilù.
ESSILU'
"Mollybloom, stupido mozzo, presta ancora una volta i tuoi servigi al tuo padrone..."
Mollybloom entra portando con sè un cavalletto sul quale è appoggiato un grande album da disegno.
ESSILU'
"Passiamo, marinaretti, al settore arte applicata..."
Mollybloom apre l'album da disegno e dentro c'è la riproduzione di un quadro del `500 rappresentante una deposizione.
ESSILU'
"Raffaello, Dante Gabriel Rossetti o Rosso Fiorentino?" (R.: ROSSO FIORENTINO)
Mollybloom porta via il cavalletto e rientra con una ruota di bicicletta in mano.
ESSILU'
"E'una delle sculture più rivoluzionarie del nostro secolo, chi l'ha eseguita? Rose Selavy, Man Ray o Eddy Mercks?" (R.: ROSE SELAVY, pseudonimo di MARCEL DUCHAMP)
Mollybloom esce e rientra con un mangianastri.
ESSILU'
"Settore musica, adesso..."
Mollybloom fa partire una fuga per pianoforte.
ESSILU'
"Bach, Mozart o Beethoven?" (R.: BEETHOVEN)
Mollybloom fa partire "Heroes".
ESSILU'
"Velvet Underground, David Bowie o Zucchero?" (R.: DAVID BOWIE)
Mollybloom porta in scena una grande fotografia dell'autore di Internautilus.
ESSILU'
"E'una foto di Bill Gates, di Bernard Henry-Levi o di Jean de Leon?" (R.: JEAN DE LEON...)
ESSILU'
"Ebbene sì, era una foto del grande, anzi, diciamolo una buona volta, del mediocre, infingardo drammaturgo francese Jean De Leon, autore tra l'altro dell'orribile La figlia dell'isola degli inganni... Grazie-grazie... Sipario! Mollybloom, sparisci! Sipario! SIPARIO!!!"
Il sipario si chiude.
Scende il buio.
Si sente la voce:
VOCE
"HA LUOGO LA QUARTA CITAZIONE DALL'ODISSEA DI OMERO.
DURATA APPROSSIMATIVA: DUE MINUTI."
Torna la luce.
Si riapre il sipario.
Dietro c'è la Bambina, con gli occhi bendati e una cetra tra le mani.
(Mentre la Bambina parla, comparirà al suo fianco, orgogliosa, la Mamma).
La Bambina comincia:
ODISSEA, LIBRO PRIMO, VERSI 1-10
PROTASI
L'uomo ricco d'astuzie raccontami, o Musa, che a lungo
errò dopo ch'ebbe distrutto la rocca sacra di Troia;
di molti uomini le città vide e conobbe la mente,
molti dolorì patì in cuore sul mare,
lottando per la sua vita e pel ritorno dei suoi.
Mollybloom interviene per trascinare via la Mamma della bambina, che però non ci sta e subito dopo ritorna in scena...
Ma non li salvò benchè tanto volesse,
per loro propria follia si perdettero, pazzi
che mangiarono i bovi del Sole Iperione
e il sole distrusse il giorno del loro ritorno.
Anche a noi dì qualcosa di queste avventure, o dea, figlia di Zeus.
Mollybloom riesce finalmente a trascinare via la Mamma.
La bambina resta in scena.
Scende il buio.
VOCE
"FINE DEL QUARTO QUADRO.
IL QUINTO QUADRO HA LUOGO NEL MEDESIMO COMPARTIMENTO..."
La Voce continua nel compartimento successivo.
QUINTO COMPARTIMENTO
Sempre al buio, si sente la voce.
VOCE
"HA LUOGO LA QUINTA CITAZIONE DALL'ODISSEA DI OMERO.
DURATA APPROSSIMATIVA: DUE MINUTI."
Torna la luce, si apre il sipario, in scena c'è ancora la Bambina.
Non ha più la cetra in mano, e nemmeno la benda sugli occhi.
Sembra trasformata, un orribile ghigno si è dipinto sul suo viso, ha l'aria di chi sta per annunciare con malefica soddisfazione un'immane catastrofe.
E difatti è così.
ODISSEA, LIBRO QUINTO, VERSI 300-314
Allora Poseidone radunò i nembi, sconvolse il mare
brandendo il tridente, tutti scatenò i turbini
di tutti i venti, e coperse di nubi
la terra e il mare; notte venne dal cielo.
Insieme Euro e Noto piombarono e Zefiro che soffia violento,
e Borea figlio dell'etere, che il gran flutto rovescia.
Allora si sciolsero petto e ginocchia a Odisseo,
e disse irato al suo cuore magnanimo:
"O me infelice! Che ancora mi capita?
Temo che tutto vero m'abbia detto la dea,
quando diceva che in mare, prima di giungere in patria,
il colmo avrei dei dolori: e ora tutto si compie,
di tali nembi il cielo ampio incorona
Zeus, e il mare ha sconvolto e galoppano i turbini
di tutti i venti: ora l'abisso di morte è sicuro per me!"
Mentre diceva così, gli s'avventò un onda altissima,
con terribile impeto, e fece affondare la barca...!
La Bambina estrae un coltello ed esce di scena con aria minacciosa.
Il sipario si chiude.
Scende il buio.
VOCE
"ULISSE ANNUNCIA L'ARRIVO DELLA TEMPESTA.
DURATA APPROSSIMATIVA: DUE MINUTI."
Torna la luce.
Ulisse è ricomparso a sinistra degli spettatori.
ULISSE
Già si scorgeva di lontano la riva
Già il nostro viaggio sembrava compiuto
Quando all'improvviso
Si oscurò il cielo
Rumore di tuono che angoscia
Annunciava l'arrivo
Della tempesta!
Non ci possiamo sbagliare
Compagni marinai!
Compagni nella sventura!
Questa è la più grande
Tempesta che mai abbia visto
Agitare le acque dell'Oceano
In tutto il compartimento si leva all'improvviso un pulviscolo luminoso e turbinante, a dare il senso della tempesta.
Anche la musica contribuisce a creare l'atmosfera.
ULISSE
Ed ecco
Altissime onde
Schiantano la nave
Da una parte e dall'altra.
Il vento strappa le vele
Danzano sulle cime degli alberi
I fuochi di Sant'Elmo
Ogni cosa sul ponte
E'spazzata via
Dalla rabbia cieca dell'acque
Lottano i marinai
Con le loro povere forze
Di mortali
Contro la furia immortale
Del mare!
"Ragazzi, fate cuore!
Imbrogliate la gabbia!
Abbassate l'albero!
Venite all'orza!"
Tutto è perduto, marinai!
O spiriti dei capitani che mi hanno preceduto...
Tu, capitano Nemo,
Che col tuo Nautilus
Sondavi le profondità dell'oceano
E tu Achab, che contro
La grande balena lottavi
E voi Uncino e Simbad
E Nelson e Colombo...
Uomini di mare!
Presto vi raggiungerò anch'io
Nell'Olimpo dei naviganti...
Ditemi, com'è il paradiso
dei Marinai?
E com'è l'inferno?
E'dunque questo il Maelstrom
Che non lascia scampo?
O è stato Prospero
A scatenare i venti
E questa bufera
E' soltanto illusione?
"Ma vedo là un uomo
La cui presenza mi conforta
Egli non ha la faccia di chi muore affogato:
Ma piuttosto quella di chi
E' destinato a finir sulla forca..."
Ulisse si riferisce ad Essilù che, nel momento di massima intensità della tempesta, è comparso poco lontano.
ESSILU'
"Sono io quell'uomo
La cui presenza ti conforta
Non ho certo la faccia di chi muore affogato:
Ma piuttosto quella di chi
E'destinato a finir sulla forca..."
(Al pubblico)
Per chi non l'avesse capito, questa era un'altra citazione... Chi l'ha detto?
Esce fuori Mollybloom, lanciando una corda agli altri due.
MOLLYBLOOM
L'ha detto Shakespeare, nella Tempesta!
ESSILU'
Brava canaglia! Tieni questi! (Gli lancia un sacchetto di monete) Pagati il traghetto per l'inferno!!!
MOLLYBLOOM
Laggiù ci rivedremo, non temere...
ULISSE
La nave affonda!
Il nostro viaggio
E'giunto al termine...
ESSILU'
E'finita, ragazzi...! E'finita per tutti...! Addio, marinaretti!
MOLLYBLOOM
Addio, padrone!
ESSILU'
Addio, servo!
ULISSE
No! Ancora c'è
Una possibilità!
ESSILU'
E quale?
MOLLYBLOOM
E quale?
ULISSE
Questa!
Il sipario laterale si apre.
Nel sesto compartimento si può scorgere, sopra il mare, una piccola zattera.
ULISSE
Presto, marinai
La nave abbandoniamo
Prima che il mare
Del tutto la ricopra
C'è una zattera laggiù
Io l'ho fatta preparare
Presto, marinai
Più tempo non c'è
Salite! Salite là di sopra!
Avanti! Avanti! Avanti!
Scende il buio.
VOCE
"IL PUBBLICO ACCEDE AL SESTO COMPARTIMENTO: LA ZATTERA"
Torna la luce.
Con l'aiuto di Mollybloom il pubblico si trasferisce sulla zattera.
SESTO COMPARTIMENTO
Il sesto compartimento consiste in uno spazio un po' più grande degli altri al centro del quale è montata, su un praticabile a circa un metro da terra, una zattera, sulla quale gli spettatori, accompagnati da Mollybloom, trovano posto, stringendosi gli uni agli altri, soltanto in piedi.
Sotto la zattera c'è il mare (teli di stoffa che si muovono).
Sopra la zattera c'è il cielo stellato.
E'una notte chiara.
Ulisse, che ora indossa un impermeabile da mare, chiude il sipario, sale su un praticabile posto davanti al sipario, e si rivolge al pubblico.
ULISSE
Da giorni ormai
Siamo su questa zattera.
Il sole rovente
Si alterna alle notti stellate.
Soltanto questo:
Giorni e notti
E niente più.
Più niente da guadagnare.
Più niente da perdere.
Per il freddo e la fame
Siamo allo stremo delle forze.
Poche ore di vita
Ci restano ormai.
Ma allora
Era meglio morire subito
Eroicamente
Nella tempesta
Piuttosto
Che questa lenta agonia
Di conchiglia perduta nell'oceano
Che rende ancora più
Evidente
Il nostro insuccesso...!
Entra Mollybloom, che indossa un impermeabile come quello di Ulisse, e si va a porre su un praticabile vicino alla parete di destra.
Guarda un punto lontano.
MOLLYBLOOM
Capitano, mio capitano...
Ascoltatemi...
Se i miei poveri occhi di mozzo
Che fu attore
Non mi ingannano
Ecco laggiù...
Quella sembrerebbe...
Una terra!
ULISSE
Una terra?
E quale?
Presto!
Mandate un uomo
In avanscoperta...
Entra la ballerina, che indossa un impermeabile come quello dei Ulisse e Mollybloom, e, rasentando il muro di sinistra, va a scrutare il mare lontano, sistemandosi su un praticabile lungo la parete.
Poi, si gira verso Ulisse e, con la testa, gli fa un cenno come a dire: "Sì, è proprio una terra!"
A quel punto entra la bambina,che indossa un impermeabile come quello degli altri, e si pone su un praticabile lungo la parete di destra.
BAMBINA
Odissea, Libro Tredicesimo, versi 93-95
Come la lucentissima stella brillò, che più di tutte
annuncia salendo il raggio dell'alba nata di luce,
ecco che alla terra già s'accostava la zattera...
ULISSE
E'una terra
Che non conosco
Ma è una terra!
Forse è la terra
Del nostro
Tante volte sperato
Futuro...
Presto
Con braccia e con gambe
Remate
Che presto possiamo
La parole fine
Dire al nostro viaggio
E su saldo suolo
Un altro cammino
Iniziare...
Entra Essilù, con un impermeabile come quello degli altri, e si pone su un praticabile lungo la parete di sinistra.
Ora, tutti i personaggi, appollaiati sui loro praticabili come gabbiani sulle briccole, attorniano la zattera degli spettatori.
ESSILU'
Non l'avrei mai creduto, che questo disgraziato di Ulisse ci avrebbe portato così lontano. E in salvo!
ULISSE
Sì... Siamo salvi, marinai!
Scende il buio.
Si sente la voce.
VOCE
"MA ANCORA NON ERA DESTINO CHE IL VIAGGIO AVESSE TERMINE.
UN'ALTRA SVENTURA INFATTI SI ABBATTE SUL CAPO DI ULISSE E DEL SUO EQUIPAGGIO.
INSOMMA, QUESTO SPETTACOLO NON FINISCE MAI..."
Si sente una bomba esplodere.
Quando si riaccendono, le luci sono diverse, drammatiche.
Anche i personaggi sembrano feriti, e si contorcono in un sordo dolore.
ULISSE
Che ancora ci accade, o dei?
Un onda altissima ci ha investito!
E mi è sembrato di scorgere là
Una bianca balena...
O era il fantasma
Di un sottomarino...?
O forse i due scogli assassini
Che usan chiamare
Scilla e Cariddi?
Vorrei non fosse vero
Compagni marinai...
Ma lo vedete da voi:
Anche la zattera è squarciata!
Nuovamente stiamo affondando!
E questa volta per sempre!
Compagni di sventura
Tragico destino è il nostro:
A poche miglia
Dalla riva
Trovar la fine
Della vita...
Ora, ora ho capito...
No, non vi ho portato nel futuro:
Quella laggiù
Era soltanto
L'Isola dei Morti.
Vi chiedo perdono, marinai!
Ulisse ha fallito la sua missione
E vi ha trascinato
Insieme a lui
Nell'abisso.
Vi chiedo perdono, marinai.
Non resta ora
Che una sola cosa:
Addio, uomini!
Dite adesso
La vostra ultima
Preghiera.
Scende il buio.
Una luce drammatica illumina la Bambina.
BAMBINA
O grande Dio
Del Tempo
Che scompare
E poi riappare
E poi scompare
Volevo entrare nel futuro
Ma avevo dimenticato il passato
E non ero degna del presente.
Perdona, se puoi
I miei peccati.
Io
Nel futuro
Avrei voluto essere diversa da come sono.
Mia madre?
(Estrae un coltello insanguinato)
L'ho uccisa.
Per essere libera.
Nel futuro.
E sapete cosa vi dico?
(Grida) Io non sono più una bambina!
Ho ventidue anni!
Sono una donna!
Mi fanno fare sempre le parti della bambina.
Ma io sono una donna!
Sono una donna!
(Abbassa tristemente a voce) Ma a che mi serve, ora, gridarlo al vento?
Nel futuro, non sarò più donna, nè vecchia, nè bambina.
Nel futuro, io non ci sarò.
(Si rivolge a Ulisse)
Addio Ulisse
Io non ti serbo rancore
Sei stato per me
Un buon Capitano.
Addio, nobile Ulisse.
(Getta nel mare il coltello insanguinato)
Scende il buio.
Una luce drammatica illumina Mollybloom.
MOLLYBLOOM
O grande Dio
Del Tempo
Che scompare
E poi riappare
E poi scompare
Volevo entrare nel futuro
Ma avevo dimenticato il passato
E non ero degna del presente.
Perdona, se puoi
I miei peccati.
Io
Nel futuro
Avrei voluto essere diverso da come sono.
Nacqui senza cielo e senza patria
Divenni attore per le contrade del mondo
Persi poi la mia libertà
E vissi da servo sulle navi
Ditemi: che vita è stata la mia?
Cercavo riscatto nel futuro
Dove mi sarei diligentemente impegnato
Per smettere i panni del servo
E indossare quelli del padrone
Ricordate?
"Notte e giorno faticar/Per chi nulla sa gradir
Piova e vento sopportar/Mangiar male e mal dormir
Voglio fare il gentiluomo/E non voglio più servir
E non voglio più servir..."
Era l'aria di Leporello dal Don Giovanni di Mozart e Da Ponte.
E invece niente.
Era questa, signori, la mia ultima citazione.
Morirò dunque servo
E attore.
(Si rivolge a Ulisse)
Addio Ulisse
Io non ti serbo rancore
Sei stato per me
Un buon Capitano.
Addio, nobile Ulisse.
(Getta nel mare il suo prezioso metronomo)
Scende il buio.
Una luce drammatica illumina la ballerina.
BALLERINA
Io non parlo
Danzo
Nel Futuro
Avrei voluto
Imparare
A parlare
(Si rivolge a Ulisse)
Addio, nobile Ulisse.
(Getta nel mare una delle sue scarpe di ballerina)
Scende il buio.
Una luce drammatica illumina Essilù.
ESSILU'
O grande Dio
Del Tempo
Che scompare
E poi riappare
E poi scompare
Volevo entrare nel futuro
Ma avevo dimenticato il passato
E non ero degno del presente.
Perdona, se puoi
I miei peccati.
Io
Nel futuro
Avrei voluto essere esattamente come sono.
Con una differenza.
Tutta la vita ho vissuto
All'ombra di Ulisse, quello vero
Facendo per lui il lavoro sporco
Che avrebbe infangato la sua immagine
Di eroe senza macchia
E senza paura...
E andava bene così.
Ma nel futuro
Io, che non ne potevo più di essere
questo doppio disgraziato e basso...
Io, maledetto Jago del duemila...
Io... Io, avrei preso il tuo posto, Ulisse!
(Indica Ulisse)
Guardatelo là,
l'uomo che vi ha condotto alla rovina!
E voi ancora lo salutate: "Nobile qua, nobile là..."
Vieni qui adesso, fratello odiato e inevitabile
Cambiamoci,
Per la prima
E ultima volta,
Le parti...
Essilù e Ulisse si prendono per un braccio e cambiano di praticabile.
La luce rimane su Essilù.
ESSILU'
(Si pavoneggia)Ecco...
E' bello qui...
Compagni marinai...
Nobili amici...
(Il suo tono diventa basso e risentito)
Non ci sarà futuro, per nessuno
Quel bastardo mi ha privato della possibilità
Di essere lui!
Ero io...
Ero io che volevo dire...
Essilù estrae un libro da una tasca.
Su di lui la luce si fa ancora più intensa.
Ora Essilù legge la fine del XXV canto della Divina Commedia di Dante.
ESSILU'
"Considerate la vostra semenza,
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e conoscenza."
Li miei compagni fec'io sì aguti,
con questa orazion picciola, al cammino,
che a pena poscia li avrei ritenuti.
E volta nostra poppa nel mattino,
dei remi facemmo ali al folle volo,
sempre acquistando dal lato mancino.
Tutte le stelle già de l'altro polo
vedea la notte, e `l nostro tanto basso
che non surgea fuor del marin suolo.
Cinque volte racceso e tante casso
lo lume era di sotto da la luna,
poi che `ntrati eravam ne l'alto passo,
quando n'apparve una montagna, bruna
per la distanza, e parvemi alta tanto
quanto veduta non avea alcuna.
Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto;
ché de la nova terra un turbo nacque
e percosse del legno il primo canto.
Tre volte il fe' girar con tutte l'acque:
a la quarta levar la poppa in suso
e la prora ire in giù, com'altrui piacque,
infin che `l mar fu sopra noi richiuso."
Essilù chiude il libro.
ESSILU'
Io non avrò il futuro che mi spetta
Ma nessuno
Avrà mai
La mia anima.
Addio!
Essilù torna improvvisamente al tono del quiz.
ESSILU'
Non prima però di aver consegnato il primo premio al vincitore del nostro formidabile quiz di fine millenniooooo!!!!!! Chi ha risposto a più domande? (Si cerca tra il pubblico sulla zattera il vincitore) Ecco qua... Ho l'onore e il piacere di consegnarle questa preziosissima copia de: l'Odissea di Omero nella traduzione di Vincenzo Monti... (Consegna il libro al vincitore) E adesso... (Torna al tono drammatico) Addio! Exit Essilù...
Essilù si uccide gettandosi nel mare (cioè in questo caso sulla passerella di legno che serve da accesso alla zattera).
Ulisse balza sul praticabile lasciato libero da essilù e protende inutilmente una mano verso di lui.
Poi alza lo sguardo e sorride.
Scende il buio.
Si sente la voce.
VOCE
"TUTTO SEMBRA VERAMENTE PERDUTO.
MA L'ASTUTO ULISSE HA ANCORA UN'IDEA."
ULISSE
Compagni marinai
Odisseo io non sarei
Se più di un demone
Non conoscessi sotterfugi
Atti a salvare e a distruggere vite
Ora ci dobbiamo salvare
E io vi dico:
E'ancora possibile!
Ha parlato parole un Dio
Dentro di me
E questo ha consigliato:
Della rotta zattera
Gli sparsi legni abbandoniamo
Gettiamoci, fratelli
Nell'azzurro mare
Nuotiano forti bracciate
Trattenendo il respiro
A nuoto!
A nuoto la riva raggiungiamo!
E se avete paura, fratelli
Di pescecani affamati
E aguzzi scogli
E velenose meduse...
Allora legatevi
Come altra volta
Per sfuggire alla schiavitù
Del feroce Polifemo
Feci fare a' compagni
Con le pecore...
Legatevi al dorso
Dei bianchi delfini
Loro, i delfini
(Amici di chi sa osare)
Vi condurranno
Sicuramente
Laggiù
Dov'è la dolce
Salvezza
Non era destino, fratelli
Giungere insieme alla riva
Perchè ciascuno ha la propria riva!
Non era destino, fratelli
Continuare insieme il nostro viaggio
Perchè ognuno
(Così è scritto
Nel libro del tutto)
La spiaggia da solo deve raggiungere!
A ognuno il suo futuro, fratelli.
O quello
Che si saprà
Costruire.
Capitano, mio capitano...
E' il 31 dicembre di tutti i millenni che verranno...
(Pausa ironica)
Forse stavolta ce la facciamo...
In acqua!!!
Ulisse scompare dietro il sipario.
Scende il buio.
Si sente la voce.
VOCE
"FINE DEL SESTO QUADRO.
IL PUBBLICO PUO'ACCEDERE (A NUOTO) AL SETTIMO E ULTIMO COMPARTIMENTO: LA RIVA."
Torna la luce.
La bambina è scomparsa.
Mollybloom libera l'accesso della zattera dal corpo di Essilù.
Poi, insieme alla ballerina, invita il pubblico ad entrare nell'ultimo compartimento, situato nella platea del teatro.
Si sente un forte rumore di acqua.
SETTIMO COMPARTIMENTO
Il settimo compartimento è situato nella platea di un teatro vero, adiacente allo spazio finora utilizzato per Internautilus.
Mollybloom e la ballerina conducono, con l'aiuto di torce elettriche, gli spettatori, all'interno di questa platea e li fanno sedere di fronte a un piccolo sipario rosso.
Durante il tempo di questo tragitto, che rappresenta il percorso a nuoto dei marinai, si sentono in sottofondo il rumore del mare e la voce della bambina che declama l'ultimo passo dall'Odissea.
VOCE BAMBINA
"Fa dunque a mio modo, Odisseo:
togliti queste vesti, in preda a i venti la zattera
lascia, e a forza di braccia, nuotando, avvicinati
a quella terra, dove è fato per te di salvarti."
Due notti e due giorni, dunque, tra l'onde gonfie
andò nuotando, e spesso il suo cuore si vide davanti la morte.
Ma quando il terzo giorno portò l'aurora bei riccioli,
e cessò il vento alla fine, allora vicina scorse la terra
molto aguzzando la vista, alzato su da un onda più gonfia.
Riemerso dall'onda - e altre urlando flagellavan la riva -
nuotò lungo la costa, l'occhio alla terra, a trovare
spiagge battute di fianco e seni di mare.
Ed ecco alla foce di un fiume bella corrente
giunse nuotando; ed era al riparo dal vento.
Uscito dal fiume, l'eroe fra i giunchi cadde bocconi,
e potè finalmente baciare la terra...
Quando tutti gli spettatori sono seduti di fronte al sipario, davanti al sipario stesso compare Ulisse.
ULISSE
"Un nuovo millennio ci attende, marinai.
Noi ne vivremo una piccola porzione
Chi venti, chi quaranta, chi sessant'anni,
Chi tutta una vita...
Ma poi basta.
Poi, ci saranno i nostri figli.
E poi i figli dei nostri figli.
E i nipoti dei nipoti dei nostri nipoti.
Una catena umana che non si deve
Spezzare
Un albero altissimo e frondoso
Che deve avere radici sane e vigorose.
Noi siamo le radici.
Noi siamo i responsabili.
Non disperdiamo la nostra forza.
Non tradiamo il nostro futuro.
Viviamo sempre con la massima intensità
E con la massima dignità.
Questo è il mio ultimo consiglio
Vi ho portato di là dalla riva
Adesso
Tocca a voi
Io
Ritorno da dove sono venuto
In quel nulla sconosciuto
Dove vivono gli eroi
Pronto a risorgere soltanto
Ad ogni impresa
Che segni un nuovo
Passo
Nel cammino
Dell'umanità.
Buona fortuna, compagni marinai.
L'esperimento può cominciare...
Ulisse esce di scena scomparendo nel buio della grande platea.
Si sente la voce.
VOCE
"SIGNORI, IL FUTURO...?"
Il sipario si riapre.
Dietro c'è uno scienziato (in camice bianco e mascherina) di fronte a una scatola trasparente piena di topi da esperimento.
Ad uno ad uno prende i topi e gli pratica un'iniezione.
Ogni volta che lo scienziato effettua questa operazione si sente una voce fuori campo - la stessa che all'inizio aveva presentato gli spettatori con dei nomi inventati - ripetere uno di quei nomi ("Antonio Sarteani", "Gaetano Biondi" ecc.), come se il futuro fosse un grande esperimento e ognuno degli spettatori-marinai ne fosse una cavia.
Mentre questa scena continua, si abbassano le luci, si chiude il sipario, e si sente per l'ultima volta la Voce.
VOCE
"FINIS INTERNAUTILUS.
BUONASERA A TUTTI."
Scende di colpo il buio.
FINE
© Rag-Doll Produzioni, 1997, 1998
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